I genitori e l’educazione dei adolescenti: 5 consigli

Una ricerca ha osservato come in media i bambini sentono la necessità di veder gestito un loro bisogno ogni tre minuti. Nello sviluppo infantile e adolescenziale, il ruolo del genitore deve essere quello di supportare i figli nello sviluppo della propria intelligenza emotiva, capacità che permetterà di mediare tra i propri bisogni e le richieste ambientali.  

Un corretto approccio genitoriale può essere descritto in pochi, ma importanti focus: 

1) Il genitore deve essere consapevole delle proprie emozioni quando si rapporta alle richieste dei figli, questo offrirà un modello relazionale positivo. Un errore che i genitori spesso fanno è quello di schermare le proprie emozioni con i propri figli, in particolare quelle negative. Il litigio con il figlio non è di per sé un problema, il problema è non far apprendere al bambino gli strumenti corretti per risolverlo;

2) Il genitore deve avere il giusto approccio alle emozioni dei figli, in caso di litigio non deve attaccare l’identità del bambino, ma correggere la singola azione. In altre parole, è sbagliato dire al bambino “non sai fare niente” ed è corretto dire “questa cosa non è stata fatta bene perché…ma so che ora potrai fare meglio”;

3) Ascoltare in maniera empatica i sentimenti dei figli, sentimenti che sia i figli e spesso anche i genitori, non sanno gestire. In questi casi, l’approccio del genitore non deve essere quello di dire “so io come si deve fare o come si sistemano le cose”. L’approccio corretto è quello di lasciare spazio e autonomia al bambino, che deve percepire il genitore come un suo alleato; quindi, la comprensione deve precedere i consigli e soprattutto deve essere il figlio a decidere quando il genitore ha realmente compreso. Il genitore non deve voler risolvere sempre i problemi del bambino, non deve sostituirsi a lui, poiché questo produce impotenza appresa e incapacità di elaborare le emozioni;

4) Aiutare i bambini a dare un nome alle emozioni, soprattutto quelle scomode. Il genitore deve favorire la parola nella relazione invece di uno “smartphone”, ad esempio la tristezza del bambino non va compensata con un regalo o con dell’intrattenimento multimediale, ma con la parola e con la relazione, questo permetterà la maturazione emotiva del figlio. 

5) Impostare dei limiti: la relazione deve essere basata anche sulla reciprocità. “Io genitore non faccio nulla per te se tu non fai niente per te stesso”. Mettere dei limiti, permette al bambino di accedere al desiderio, l’unica vera spinta di volizione umana. 

Un genitore che fa questo non è permissivo ma autorevole, è una guida che sa prima di tutto ascoltare e incoraggiare e solo successivamente porta i suoi consigli e la sua guida. Fare questo aiuterà il bambino a svilupperà senso di responsabilità e una sana emotività. 

foto che mostra 3 ragazzi vestiti in abiti casula che sembra stiano parlando si qualche cosa. la foto non mostra i loro volti, ma solo il corpo
gruppo di ragazzi in cerchio, ogni ragazzo ha uno smartphone in mano
Foto di Angela, una ragazza bionda con i capelli lisci, la nostra responsabile del customer care

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