Il futuro dell’orientamento a confronto tra metodo americano e italiano.

Perché è importante l’orientamento di un individuo durante i suoi primi di 18 anni?

Semplicemente perché è in questo periodo di tempo che si delineano le capacità innate e le propensioni future di un ragazzo.

Nel nostro paese nella maggior parte dei casi, c’è un ritardo di 4-5 anni nella definizione delle proprie caratteristiche e peculiarità che permettono poi l’individuazione della propria strada, del proprio percorso formativo e lavorativo.

Prendiamo del sistema d’istruzione americano, che si contraddistingue per l’ottimo orientamento dei ragazzi, ed è considerato tra i migliori al mondo per efficacia.

Negli Stati Uniti, la scuola dell’obbligo dura fino ai 18 anni e comprende come quella Italiana 3 livelli. Nel primo livello c’è l’elementary school della durata di 5 anni, dove i bambini entrano all’età di 6 anni e finiscono a 11. Il secondo e terzo livello sono composti rispettivamente da 3 anni e 4 anni (in totale un anno in meno dal percorso italiano). Finora le differenze non sono poi molte.

Ma cosa rende il loro percorso più efficiente?

È all’interno dell’High School che gli studenti, affiancati da tutor specializzati, scoprono cosa realmente vogliono fare per il loro futuro formativo e lavorativo, attraverso un percorso di orientamento che dura per tutto l’arco scolastico.

A differenza del metodo italiano che porta gli studenti a decidere cosa fare solamente negli ultimi due mesi, tra la fine degli studi e gli esami di stato. In questa fase, tra l’altro, lo studente è portato il più delle volte ad approcciarsi ad una facoltà universitaria non ideale per lui, o adattarsi al primo impiego disponibile.

Cosa si è pensato in Italia per migliorare l’orientamento futuro dei giovani.

In attesa di una riforma scolastica che segni un reale miglioramento per il futuro dell’orientamento ai giovani, in Italia è stato costruito il progetto Garanzia Giovani (dal 1 maggio 2014) in accordo con la comunità europea (http://www.garanziagiovani.gov.it/). Questo raccoglie il bacino d’utenza dei ragazzi da i 15 ai 29 anni, i quali non sono inseriti né in un’attività lavorativa né tantomeno in un percorso scolastico.

Il sistema prevede un programma di profiling che tiene conto di una serie di variabili:

  • territoriali
  • demografiche
  • familiari

Queste dunque, provvedono all’orientamento del giovane permettendo così di regolare la misura dell’azione in suo favore. Di sicuro un primo passo verso il futuro.

Ma può questo bastare a far evitare il ritardo occupazionale o lo spreco di risorse da parte delle famiglie italiane?

“Se il nostro scopo è mettere a fuoco le possibilità reali che ha un individuo di perseguire i propri obiettivi, allora si deve tener conto non solo dei beni principali in possesso di ogni singola persona ma anche delle caratteristiche personali pertinenti, quelle che governano la conversione dei beni principali in capacità di promuovere i propri scopi.”

John Bordley Rawls

Per questo ti invitiamo a dare un’occhiata ai nostri percorsi; punto di partenza per scegliere e pianificare un percorso di carriera in modo efficace.

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