Inseguire i tuoi talenti fa tutta la differenza del mondo. Non farti ingannare dalle passioni.

Questo concetto è di fondamentale importanza oggi, tanto per sviluppare la tua carriera scolastica, quanto per essere efficace in quella lavorativa. Sta infatti ottenendo grande risonanza la contesa fra passione e talento. Questa contesa con un radicale cambio di prospettiva rispetto agli scorsi anni, concede maggiore importanza al talento, rivalutandone le caratteristiche e le potenziali ripercussioni positive, sulla vita di ciascuno. Alla base di questo ragionamento sta innanzitutto la comprensione di ciò che realmente è una passione e ciò che invece è un talento.

Voglio anzitutto farti cogliere a pieno questa fondamentale differenza. Una tua passione può essere ad esempio la pittura del rinascimento o magari quella fiamminga. Dunque stiamo parlando di un sentimento molto forte capace di creare trasporto emotivo verso quadri, musei, opere d’arte. Bene, compresa questa tua ipotetica passione, va fatto un discorso completamente diverso per il talento. Restando sulla stessa area d’interesse ad esempio, nonostante questa tua grande passione artistica, puoi non essere abile nel dipingere un quadro. Pertanto probabilmente non possiedi il talento necessario per ottenere risultati tangibili e utili in questo campo.

Un altro valido esempio può essere quello sportivo.

Sei grande tifoso di una squadra di calcio ma al contempo incarni il ruolo di schiappa con il pallone tra i piedi?  o magari non possiedi le doti fisiche per farne una professione?

Bene. Come vedi possiamo elencare numerosi esempi ma credo che già a questo punto riesci a comprendere bene come la passione non sempre coincide con il talento, ma soprattutto la passione non genera talento né tantomeno lo può sostituire.

Inseguire le passioni potrebbe, in fin dei conti, farti rincorrere sogni del tutto irrealizzabili e lontani dalle tue vere capacità.

Semplice no?

Beh in realtà no. Perché a questo punto inizia tutto un altro genere di film. Devi infatti adesso riuscire a scoprire, quali sono le tue capacità, le tue abilità e di conseguenza i tuoi talenti cercando di arrivare ad avere una visione chiara e precisa di te stesso e di come impegnare il tuo tempo e le tue energie.


Ricorda che tempo, energie e in generale risorse non sono infinite e una delle chiavi del successo è essere anzitutto consapevole dei tuoi talenti e riconoscerne i limiti, per guidare poi con incisività le scelte future.

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L’ultimo aspetto cruciale della dinamica del talento è poi quella di amplificarlo e lavorare alacremente per raggiungere il successo. Come dire: anche se hai scoperto quale sia il tuo talento, sei solo a metà dell’opera.
Crogiolarsi sulle tue abilità non basta e non ti porta a risultati tangibili. Il duro lavoro deve sempre essere parte integrante del talento.

A tal proposito, uno studio del 1993 del professor Anders Ericsson dell’università del Colorado intitolato “The role of deliberate practice in the acquisition of expert performance” spiega infatti che, a parità di abilità, le persone che dedicano alla pratica e allo studio un quantitativo di circa 10000 ore in una determinata materia o competenza specifica, diventano indiscutibilmente dei talenti. Viceversa, anche se in presenza di un’identica dose di abilità di partenza, dedicarsi un quantitativo di ore al di sotto della soglia delle 10000 ore, non permette di raggiungere gli stessi livelli di padronanza e maestria.

Diviene dunque chiara la necessità di alimentare e incentivare le tue capacità peculiari con continua pratica e studio, senza adagiarti sugli allori e sulle tue abilità, per quanto alte esse siano, perché in realtà: il talento batte la passione, ma il duro lavoro alla lunga può anche battere il talento.

Biografia: “The Role of Deliberate Practice in the Acquisition of Expert Performance”, K. Anders Ericsson, Ralf Th. Krampe, and Clemens Tesch-Romer, (Psychological Review 1993, Vol. 100. No. 3, 363-406)