Il pensiero laterale riveste sicuramente un ruolo cruciale nell’odierno bagaglio di capacità e competenze. Ma sappiamo davvero cos’è? Conosciamo la sua utilità?

Il pensiero laterale è fondamentalmente un modo di risolvere un problema logico attraverso un punto di vista creativo o comunque alternativo e non tradizionale.

Il padre di questo metodo, ossia lo psicologo maltese Edward De Bono, ci suggerisce di osservare qualsiasi problema abbiamo di fronte, dalle angolazioni più diverse. Secondo De Bono, anche ragionando su di un problema assurdo e apparentemente irrisolvibile, il pensiero laterale può fornirci risposte tanto inconsuete quanto efficaci e incisive.

Tale metodo trova il suo rovescio della medaglia nel pensiero verticale, il quale viene utilizzato molto più spesso nella quotidianità. Questo perché la logica si basa proprio su una verticalità di ragionamento che ci porta a procedere dal punto A al punto B e poi al punto C, e così via. Ma, se nel 90% dei casi ci aiuta a risolvere le questioni che affrontiamo, diventa controproducente nel 10% restante.

Infatti, procedendo solo e soltanto per schemi di deduzione troppo logici, rischiamo di incappare in circoli viziosi senza una soluzione. In buona sostanza tendiamo a procedere avanti e indietro su quel problema cercando come dicevamo, una soluzione semplice, lineare e facile da trovare, creando così un solco neurale che tende a ingabbiarci in quel processo di pensiero.

Il pensiero laterale viceversa, richiede una quasi totale neutralità nella visione del problema, forzando la mente a restare libera e inattiva rispetto alle scorciatoie immediate che saremmo tentati di prendere.

Esistono molteplici tecniche per allenare questo metodo di ragionamento ma restando su qualche consiglio pratico e semplice, possiamo dire che, allenare la propria creatività e fantasia nell’individuazione di soluzioni alternative può essere un ottimo punto di partenza.

Una pubblicazione molto interessante di Edward De Bono, che ci aiuta a comprendere bene il concetto di pensiero laterale, è sicuramene il libro “Sei Cappelli per pensare”. La modalità dei sei cappelli, è stata creata da De Bono, per chiarire le diverse modalità di ragionamento utilizzate dalle persone nel contesto della risoluzione dei problemi.

 

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Ciascun cappello rappresenta un approccio comunemente usato per affrontare situazioni problematiche e l’autore ci sprona a indossare cappelli diversi dal nostro o in altre parole, di utilizzare approcci per noi inconsueti nell’affrontare la realtà. L’obiettivo è proprio quello di sperimentare e in qualche modo forzare i nostri schemi di ragionamento verso modalità inusuali, stimolando al contempo creatività e comprensione di punti di vista diversi.

Per approfondire le idee di De Bono sul pensiero laterale clicca qui.

Parlando infine di contesti organizzativi e lavorativi, il pensiero laterale è, in questi ambiti, alla base delle azioni creative e dunque anche dell’innovazione.

Procedendo in questa direzione, si comprende facilmente quanto, una visione innovativa e fuori dagli schemi, possa spesso in ambito aziendale contribuire alla risoluzione di problemi e all’ottenimento di vantaggi commerciali, basati proprio su di una nuova visione delle cose che supera logiche desuete e sorpassate.

Il pensiero laterale è dunque indispensabile, tanto quanto quello verticale e logico, a maggior ragione se ci poniamo nell’ottica di voler completare al meglio la nostra capacità di analisi e sintesi della realtà. Qualsiasi problema o questione, può per noi essere una palestra dove allenare entrambe queste modalità e consentirci di essere pertanto dei superbi problem solver.